Nettuno

Il Laboratorio Teatrale di Integrazione Sociale Nettuno, dal nome della divinità romana che aveva il dominio sul mare e sulle tempeste, nasce con l’intento di dare voce attraverso il linguaggio universale del teatro a tutti coloro che con non poche difficoltà sono arrivati sulla costa mediterranea superando l’angosciosa avventura di un viaggio che molto spesso non giunge al termine. L’attività laboratoriale viene inserita all’interno dei progetti SPRAR grazie alla collaborazione con l’Associazione Multiculturale PHILOS (Salento – Italia).

Durante gli incontri tutti i partecipanti sono stati coinvolti in una serie di giochi dinamici e improvvisazioni, partendo dal movimento corporeo per potenziare la creatività e la complicità tra tutti. L’uso poetico di differenti oggetti e la costruzione di maschere hanno arricchito le varie scene create per le dimostrazioni finali: brevi storie che hanno permesso agli spettatori di prendere coscienza non solo del dramma vissuto dai protagonisti, ma della loro rielaborazione in chiave ironica, e del bagaglio di esperienze, di cultura, di colori, di immagini e di linguaggi che portano con sé.

Rifugiati politici provenienti da Senegal e Afghanistan.

Nel 2015 in occasione della Settimana d’Azione contro il Razzismo viene rappresentato “Per uno sbaglio”, con un gruppo di rifugiati politici provenienti da diversi Paesi Africani.

Giovanni Pellegrino, operatore culturale, scrive: “Lo spettacolo di ieri sera è stato, oltre che bello, anche molto utile al discorso sul razzismo. Gli attori africani hanno fatto vedere squarci di vita, di lavoro e di gioco, che poi sono i contenuti eterni delle relazioni umane; cose comprensibili, divertenti che tranquillizzano la gente; ma anche interessanti spunti d’arte teatrale modernissima, da far girare… Bravi loro e naturalmente Diana e Pablo a ricucire organicamente il gruppo”.

Nello stesso anno, durante la Giornata Internazionale dei Migranti, viene portato in scena “Vorrei” con rifugiati politici provenienti da Africa, Afghanistan e Pakistan.

Adriana Pulitì, sociologa, scrive: “Cari Diana e Pablo, grazie per quello che con la vostra arte, sensibilità e innegabile dedizione portate in scena (il Vero) offrendo a persone lontane dalla propria terra la “scena” per potersi rappresentare nelle loro potenzialità… vivere da uomini fra gli uomini. Lo spettacolo di ieri sera mi ha commosso.

Documentario realizzato da Eleonora Dell’Anna sull’esperienza laboratoriale che ha portato in scena “Vorrei”.

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